domenica 4 agosto 2013

Mare o Montagna ? 2

La crociera prosegue verso oriente, diretta a Rodi, la più grande isola del Dodecaneso, situata a pochi kilometri dalle coste della Turchia e storicamente famosa per il Colosso di Rodi, statua del dio Helios, una delle sette meraviglie del mondo. Si ritiene che il suo nome derivi dal greco antico e significhi rosa, ma esistono altre teorie che lo collegano alla mitologia. La rosa comunque è uno dei simboli dell'isola - spesso è stata coniata sulle monete - insieme al cervo, la cui statua domina il principale ingresso al porto.
Nell'isola si trova anche un'ampia valle, ricca di ruscelli, cascate , ponticelli di legno e una ricca vegetazione, nota come Valle delle farfalle, perché in estate si popola di un numero incredibile di farfalle richiamate dalla resina di un albero raro, simile all'acero.












 

15 luglio 1966 


Dopo aver lasciato Atene, la nostra nave punta verso oriente per portarci a Rodi. Abbiamo ancora davanti agli occhi gli imponenti Propilei del Partenone. Chissà cosa penseranno del caos e del chiasso della città che si estende oggi ai loro piedi? Vorrei che esistesse una macchina del tempo per poter rivivere l'atmosfera di Atene nei giorni del suo massimo splendore...La nostra escursione è stata solo un piccolo assaggio e un giorno spero di poter tornare a visitare questo paese dove la storia si intreccia alla mitologia : Olimpia, Delo, Tebe... aspettatemi.
Anche a Rodi l'escursione è breve, giusto il tempo di ammirare la città medievale, le possenti mura, la vegetazione lussureggiante e il mare azzurro e trasparente che circonda l'isola.



 



Torniamo a navigare verso sud per approdare all'isola di Creta. Il suo nome proviene dalla presenza di una grandissima quantità di creta, o argilla, con cui gli abitanti dell'isola costruivano utensili e vasi. Il suo territorio,  in massima parte montuoso,  divenne la culla della prima civiltà mediterranea risalente all'età del bronzo, nota come civiltà minoica, termine che deriva da Minosse, il suo mitico re. Il centro economico e politico di Creta era il palazzo di Cnosso, che privo di mura difensive, era sintomo dell'egemonia cretese sul Mar Egeo. Grazie alla  posizione geografica dell'isola, i suoi abitanti cominciarono ad avere rapporti economici e commerciali con la civiltà egizia da cui appresero le tradizionali tecniche pittoriche per la realizzazione di affreschi.
Il palazzo di Cnosso fu distrutto per la prima volta nel 1700 a.C. da un terribile cataclisma, forse un'eruzione vulcanica in un'isola vicina, e una seconda volta quando gli invasori segnarono la fine di questa antica civiltà.
Fortunatamente nel secolo scorso, grazie al paziente lavoro dell'archeologo Arthur Evans e ai suoi scavi, oggi possiamo ammirare il palazzo nel suo antico splendore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

16 luglio 1966

Oggi è previsto uno scalo nell'isola di Creta. A differenza delle altre  isole che abbiamo visitato nei giorni scorsi, di cui conoscevo poco o nulla, e che ho ammirato soprattutto per le loro bellezze naturali, a Creta è un po' come tornare a casa, o meglio, è come tornare su quei libri di scuola che ci hanno mostrato le particolarissime colonne del palazzo di Cnosso, dipinte di rosso, con il diametro alla base più stretto rispetto a quello superiore, e gli affreschi con gli atleti che gareggiano con i tori. E come non ricordare i miti di Minosse, del labirinto costruito da Dedalo, il volo di Icaro, la lotta di Teseo con il Minotauro e il filo di Arianna?
Al momento dello sbarco ero così eccitata che ho dimenticato la macchina fotografica, ma quando sono tornata a bordo avevo un sogno in più, fare l'archeologa!!

Continua la rotta verso est, verso mete suggestive che ci faranno conoscere, sia pure per solo due giorni, il Medio Oriente. Raggiungeremo Beirut, capitale del Libano, e da lì raggiungeremo in auto Damasco, capitale della Siria. Entrambe le città hanno origini molto antiche. La prima è stata la culla della civiltà fenicia e della scrittura cuneiforme, la seconda è il principale centro  culturale e religioso del Levante.
Oggi sappiamo la devastazione subita da queste città a causa della guerra infinita che imperversa in quei territori, ma per nostra fortuna nel 1966 la vita scorreva abbastanza tranquilla


 
 

 
 
 


  17 e 18 luglio 1966


Abbiamo raggiunto il punto estremo verso oriente del nostro viaggio, quello più sconosciuto e misterioso delle nostre esperienze di viaggio. Anche le nostre conoscenze scolastiche non ci sono di grande supporto. La curiosità comunque ci sostiene.
Di prima mattina abbiamo lasciato il porto di Beirut, la città sembra ancora addormentata. Nonostante i palazzi imponenti e lussuosi che ricordano un po' la Montecarlo della Costa Azzurra, ci sono persone che dormono per strada, accanto ai portoni, agli alberi dei viali, rannicchiati per terra e avvolti in lunghe tuniche a righe bianche e blu.
Per raggiungere Damasco ci hanno caricato a bordo di una vecchia auto americana, di quelle che possono ospitare 8/10 persone senza problemi; l'autista indossa un turbante, è chiaramente del posto e la sua guida è così spericolata che dobbiamo aggrapparci ai sedili per non volare fuori dall'auto. Sembra però che questo sia uno standard.... Appena fuori città, la strada diventa sterrata, le ruote sollevano tonnellate di polvere, ma la velocità non diminuisce. A tratti ci sono brusche frenate, per consentire a qualche gregge di pecore di attraversare la strada. Per fortuna è consentita una tappa intermedia a Baalbeck.
A Baalbeck si possono ammirare le rovine di un tempio romano dedicato a Giove, costruito sulle rovine di un altro tempio più antico e conosciuto come  Heliopolis all'epoca della conquista di Alessando Magno. Delle originali 54 colonne corinzie solo 6 sono rimaste.


 
e per non annoiare chi mi segue, il viaggio continua domani.



 
 

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