mercoledì 8 gennaio 2014

Una donna straordinaria






Per Natale mi hanno regalato una scatola di Baci Perugina, così mi è venuta la voglia di scriverne qualcosa, soprattutto riguardo i famosi bigliettini con frasi romantiche che si trovano in ogni cioccolatino  e che sono la firma di ogni Bacio Perugina fin dal 1922. Oggetto di culto e da collezione, icona per la sua grafica e il suo stile, il “cartiglio” racconta l’amore attraverso le parole dei più grandi autori di tutti tempi. 





 Mi sono documentata e ho scoperto qualcosa che non avrei mai pensato! Sapete chi è l'ideatrice dei famosi Baci? Luisa Spagnoli! Sì, proprio quella della catena di boutiques di abbigliamento femminile.....
Ecco la sua storia, trovata sul solito Wikipedia e vedete se questa donna non è stata una persona magnifica: intelligente, intraprendente, generosa, lungimirante. Se tutti gli imprenditori fossero come lei, non sapremmo cosa sono le lotte sindacali, le giuste rivendicazioni dei lavoratori e probabilmente non sapremmo nemmeno che un'impresa può fallire per mancanza di capacità di chi la conduce.








Luisa Spagnoli, nata Sargentini (Perugia, 30 ottobre1877 – Parigi, 21 settembre 1935), è stata un'imprenditrice italiana, soprattutto nota per l'ideazione del Bacio Perugina e per la catena di negozi d'abbigliamento che porta il suo nome.
Nata da Pasquale Sargentini, pescivendolo, e da Maria Conti, casalinga, poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli. I due rilevano una drogheria e, subito dopo, cominciano a produrre confetti.
Si dice che il Bacio sia nato dall'idea di Luisa Spagnoli di impastare con altro cioccolato i frammenti di nocciola che venivano gettati durante la lavorazione dei cioccolatini. Ne venne fuori uno strano cioccolatino dalla forma irregolare, che ricordava l'immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Fu chiamato per questo "Cazzotto". Giovanni Buitoni, non convinto che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare con il nome di "cazzotti", volle ribattezzarli con un nome più adatto. Nacque così il "Bacio" Perugina.






La presentazione ed il confezionamento del prodotto sono opera di Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, che rielaborando l'immagine del quadro di Francesco Hayez Il bacio creò la tipica scatola blu con l'immagine di due innamorati. Fu sempre sua l'idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d'amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.








Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni, aprono una piccola azienda con sede nel centro storico di Perugia, la Perugina, con quindici dipendenti. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale a mandar avanti la fabbrica rimane solo la signora Spagnoli con i suoi due figli, Mario e Aldo. A guerra finita la Perugina è già una fabbrica con più di cento dipendenti.





Nel 1923 Annibale Spagnoli si ritira dall'azienda per attriti interni. Si data qui l'inizio della storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, di 14 anni più giovane e figlio del socio Francesco. Pochissime le testimonianze e i ricordi delle persone più vicine alla coppia che parlano di un legame profondo ma riservato: i due non andranno mai a vivere insieme. Per Luisa, ormai nel consiglio di amministrazione della Perugina, inizia anche l'impegno per la costruzione di strutture sociali che migliorino la vita dei dipendenti. Fonda l'asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (considerato il più avanzato d'Europa nel settore dolciario). Inventa il famoso cioccolatino chiamato "Bacio Perugina".



Alla fine della prima guerra mondiale, si lancia anche in una nuova impresa: l'allevamento del pollame e dei conigli d'angora. I conigli non vengono uccisi e neanche tosati, ma amorevolmente pettinati per ricavare la lana d'angora per i filati. Nasce nel sobborgo di Santa Lucia l'Angora Spagnoli per le creazioni di scialli, boleri e indumenti alla moda. La segnalazione alla Fiera di Milano come "ottimi prodotti" spingono Luisa a moltiplicare gli sforzi: sono 8.000 gli allevatori che mandano a Perugia per posta il pelo pettinato via da almeno duecentocinquantamila conigli.
Negli anni quaranta, in un periodo in cui molti soffrono la fame e i freddo, gli Spagnoli regalavano ai loro operai per Natale maglie, calze e lana per un valore di 4.000 lire, una fortuna per quei tempi. Lo stabilimento di Santa Lucia aveva una piscina per i dipendenti. Si costruiscono ai dipendenti casette a schiera (tuttora esistenti), si organizzano nursery per i figli, si promuovono balli, partite di calcio, gare, feste.

Luisa non riuscirà a vedere il vero decollo dell'azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei fino alla sua morte nel 1935.





Dopo la sua morte, con il figlio Mario (1900-1977) nel 1937, l'azienda voluta da Luisa passa da attività artigianale a industriale. A lui si deve l'invenzione, nel 1942 di due oggetti brevettati: un pettine per la raccolta della lana e una pinza per tatuare i conigli d'angora.
Mario costruì, nel 1947, il nuovo stabilimento della "Città dell'angora", attorno a cui nacque una comunità autosufficiente, in cui la parte assistenziale e ricreativa era fase del ciclo produttivo. Fondò inoltre anni sessanta il parco giochi della "Città della Domenica", originariamente chiamato "Spagnolia" e ancor oggi meta di visitatori( la prima Disneyland italiana).




Con il figlio Annibale, detto Lino (1927-1986), imprenditore e presidente del Perugia Calcio, la produzione si diversifica maggiormente e nasce la rete commerciale dei negozi "Luisa Spagnoli", oggi presente in tutto il mondo, sempre con base a Perugia.

7 commenti:

  1. Grazie mille che bella storia, interessante

    Roberta


    http://locharme.blogspot.it

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  2. vero??? Che donna!! tanto di cappello!!

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  3. Questa volta conoscevo già la storia, almeno in parte. Un altro esempio di imprenditore illuminato in quell'epoca è Marzotto a Valdagno.Però Luisa era una donna, quindi tanto di cappello in più!

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  4. la manderò di sicuro al mio fidanzato

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