mercoledì 15 luglio 2015

Anni Cinquanta La spesa

Anni cinquanta. La scuola elementare chiude a metà giugno e riaprirà all'inizio di ottobre. La maestra assegna qualche compito per le vacanze ma saranno in pochi a ricordarsene. D'estate i maschi più grandicelli lavoreranno nei campi se la loro famiglia è contadina oppure faranno il garzone in qualche bottega, per imparare un mestiere. L'idea è che prima si lavora, meglio è.

Nella mia famiglia siamo tutte femmine, tranne mio padre naturalmente, e anche noi abbiamo i nostri incarichi da svolgere : mia sorella Raf fa la segretaria nello studio di un ragioniere e la Nicoletta deve far la spesa tutti i giorni. Mia sorella Alma, che è la prima, si è sposata qualche anno fa e ha lasciato il posto alla sua bambina più grande, che si chiama Dindi, detta " la vespa", così mia sorella Annamaria ed io abbiamo il compito di fare le zie.
A me non piace tanto questo lavoro perchè con la scusa che Dindi è piccola, le danno sempre ragione. Mi piace di più accompagnare mia sorella a far la spesa, perchè in quel caso la piccola sono io.





La spesa bisogna farla tutti i giorni perchè non tutti hanno il frigorifero e il cibo potrebbe rovinarsi e poi anche il pane resta fresco solo per un giorno e, se avanza, nessuno vuole più mangiarlo. A volte alla domenica, quando il negozio del panettiere è chiuso, la mamma lo mette nel forno e lo biscotta e infine lo fa diventare pangrattato.
Bisogna pensare bene quanto comprarne, né troppo né troppo poco.
Quando viene da noi la Dindi, bisogna comprarne di più, perchè a lei piace moltissimo e quando esagera , mia sorella deve mettere il cestino in alto sopra la credenza, dove la vespa non può arrivare, nemmeno se sale in piedi alla sedia. Un giorno la sua maestra le ha chiesto di inventare una preghiera per Gesù e lei ha scritto "Signore, fa che la zia Nico mi dia il pane." !!!




I pasti nella nostra famiglia sono fatti di cibi semplici e genuini. La mamma prepara la pastasciutta con il ragù, il risotto giallo, a volte anche quello bianco bollito se qualcuno di noi non sta tanto bene, la frittata, i nodini di vitello, la cotoletta, il pollo, la polenta e per la sera il minestrone di verdure con il lardo, ma a me piace di più il caffelatte.
Mio padre è cresciuto in una famiglia numerosa e non gli vanno i cibi troppo complicati, Il suo piatto preferito è l'uovo fresco crudo. Lo mette nel portauovo, lo picchietta sulla testa per romperlo e poi toglie piano piano un po' del guscio, così può metterci il sale e pescare con il pane il tuorlo e l'albume.
Mia madre invece è felice quando qualcuno che è stato al suo paese le porta un pentolino di "casola". Scende nel seminterrato, lo mette su un fornellino per scaldarlo e poi si gusta il contenuto in santa pace e in casa non resta nemmeno un po' della puzza del cavolo che mio padre non sopporta.









Papà ritorna dall'ufficio con il tram puntualmente alle dodici e mezzo e gli piace trovare tutto pronto per il pranzo. Cinque minuti prima che arrivi, la mamma si mette le scarpe con un po' di tacco, si dà una sistemata ai capelli e si passa un po' di rossetto sulle labbra. Secondo lei è giusto che i mariti trovino una moglie in ordine quando tornano dal lavoro.
A lui piace anche ascoltare le notizie del Gazzettino Padano, così dopo i comunicati commerciali e la musichetta della Bella Gigugìn dobbiamo stare tutti in silenzio e se qualcuno si dimentica o gli scoppia la ridarola viene subito colpito dal suo sguardo d'acciaio che ammutolisce chiunque.
E comunque il papà ci vuole molto bene, a me specialmente che sono la più piccola, forse perchè quando avevo due anni quasi morivo per il morbillo e anche perchè  ha paura di non vedermi crescere visto che, quando sono nata, lui era vecchio e aveva già 44 anni.

Per fare la spesa bisogna sapere tante cose della famiglia, così non si fanno troppi errori.
Per prima cosa tutti i giorni verso le nove Nicoletta e io andiamo dal panettiere, perchè il pane potrebbe anche finire. La Pinuccia è una signora gentile e simpatica, ma ha sempre l'aria molto stanca. Alla mattina deve alzarsi prestissimo, quando fuori è ancora buio e quando il pane è pronto deve correre avanti e indietro dal retrobottega per metterlo nelle ceste. Poi ci sono i clienti da servire e tutti vogliono cose diverse. Qualche volta suo marito fa capolino dalla soglia del retrobottega e ha il viso stralunato e bianco come il grembiule che indossa.
Questo è il negozio che mi piace di più perchè dentro c'è un profumino delizioso e se mi comporto bene la Nicoletta forse mi compra una veneziana morbida con i granelli di zucchero sopra.




Vicino al panettiere c'è la tabaccheria della signora Gina, che è un po' nostra parente,anche se non ricordo bene perchè. Non entriamo spesso nel suo negozio perchè mio padre fuma delle sigarette che vengono dalla Svizzera e stanno dentro una scatola piatta di latta rossa con scritto sopra Turmac. Siamo un po' parenti anche del Bar Pasticceria Piccardi che viene subito dopo, ma questa volta so perchè. Mio cugino Giacomo ha conosciuto l'Adele Piccardi e si sono sposati, però io al matrimonio non sono andata.

D'estate il tempo è sempre bello e in paese c'è un sacco di gente che fa la spesa, quasi tutte sono donne però. Alcune signore sono anziane, vestite di scuro e hanno una sporta grande a losanghe nere e cioccolato, la Nicoletta invece ha una borsa che sembra una rete da pesca e io l'aiuto a portare i pacchetti più piccoli e leggeri.
I negozi sono uno po' di qua , un po' di là della strada principale, un po' di qua e un po' di là del ponte sul fiume  e noi entriamo in quelli in cui dobbiamo comprare qualcosa. Di là del ponte ci sono il fruttivendolo e il macellaio. Ci sarebbe anche il Beretta che vende le scarpe, ma li ci andiamo raramente.




Il negozio del fruttivendolo non è tanto grande ed è sempre pieno di cassette di frutta e verdura. Ha due porte sullo stesso lato per far circolare l'aria e mantenerlo fresco. Il fruttivendolo mi fa un po' paura perchè gli manca il setto nasale ( non so se ce l'aveva e l'ha perso, o se è nato così) e se lo guardi da sotto in su vedi un grande buco nero triangolare che sembra la cappa di un camino. Qualche volta quando sua moglie è occupata con una cliente, prende una mela dal cesto, ci sputa sopra, la lucida con la manica della camicia e poi la rimette nel cesto. A me non piace fare la spia, però a fine pranzo preferisco mangiare un altro frutto.

A dicembre il negozio diventa una ghiacciaia, perciò mettono un vetro su una delle due porte e ci ammucchiano aranci, mandarini, limoni, noci, nocciole, insomma tutta quella frutta che ci porteranno S.Lucia e Gesù Bambino a Natale. A me quest'idea piace molto perchè così il negozio ha un'aria festosa.  





Il negozio del macellaio invece è sempre triste secondo me, con tutti quei pezzi di carne appesi ai ganci. Il bancone di marmo bianco fa venir freddo solo a guardarlo e, anche se il macellaio è un tipo allegro con le guance rosse e paffute, non mi piacciono tutti quei coltelli affilati e i colpi di accetta che fanno schizzare dappertutto pezzettini di ossa.

Mia sorella Nicoletta è una ragazza molto carina, semplice e gentile a cui tutti vogliono bene, Ha un ciuffo biondo ossigenato sulla fronte, la coda di cavallo e un vitino di vespa. Le piacciono le gonne scampanate, le scarpe col tacco e le canzoni. Ah, dimenticavo... lei sa guidare la Vespa.




Una volta si è fidanzata con il proprietario di una drogheria, che era più vecchio di lei e non tanto bello secondo me. Lui le mandava fiori e cioccolatini ed era molto galante, ma poi si è scoperto che diceva bugie e così si sono sfidanzati. Lei ha pianto un po', ma poi è tornata allegra come sempre. Quando andiamo dal cartolaio, la commessa, che poverina ha la faccia coperta di brufoli, le chiede sempre come fa ad avere la pelle così bella, ma la Nicoletta non sa cosa rispondere, perchè la sua pelle è così di natura. (segue)













3 commenti:

  1. Bel racconto, mi ci sono ritrovata! Non ho sorelle ...ma per il resto la spesa è rimasta nel mio ricordo come tu la descrivi! Salutami la mia amica"Vespa-Dindi", ciao

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  2. Che brava Mianna! Mipar di vedere il fruttivendolo che fa paura e le sue mele lucide. E le borse della spesa a rete e quelle altre a losanghe nere e marrone. Scrivi ancora e ancora e ancora di quel periodo perche' lo faibenissimo. Lilia

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