giovedì 9 giugno 2016

Lucrezia Borgia


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La biografia di Lucrezia Borgia, raccontata in poche parole, lascia subito di stucco: visse 39 anni, fu figlia, moglie e nuora di Papa Alessandro Borgia, ebbe tre mariti (di cui uno assassinato), molti amanti, nove figli, di cui uno illegittimo, avuto dal padre o dal fratello.

La tradizione la vuole bellissima, corrotta e perversa, appassionata frequentatrice di orge nei palazzi del Vaticano…ma poche sono le cose assolutamente certe che si sanno su di lei.


 Forse Lucrezia fu, più semplicemente, una vittima della corruzione di certe corti rinascimentali e delle mire ambiziose dei suoi familiari, che la considerarono pura merce di scambio, uno strumento per ottenere potere e nuove ricchezze; forse lei non ebbe la possibilità o la forza di sottrarsi a tutto ciò.



Papa Alessandro VI



Cesare Borgia, il Valentino




Lucrezia Borgia (Subiaco, 18 aprile 1480-Ferrara 24 giugno 1519) figlia illegittima del cardinale Roderic Llançol de Borja (più tardi divenuto Papa Alessandro VI), fu una delle figure femminili più controverse del Rinascimento italiano.

Fin dagli undici anni fu soggetta alla politica matrimoniale collegata alle ambizioni politiche prima del padre e poi del fratello Cesare Borgia. Quando il padre ascese al soglio pontificio la dette inizialmente in sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro, ma pochi anni dopo, in seguito all'annullamento del matrimonio, Lucrezia sposò Alfonso d'Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli. Un ulteriore cambiamento delle alleanze, che avvicinò i Borgia al partito filofrancese, portò all'assassinio di Alfonso, su ordine di Cesare.

Dopo un breve periodo di lutto trascorso a Nepi con il figlio avuto da Alfonso, Lucrezia partecipò attivamente alle trattative per le sue terze nozze, quelle con Alfonso d'Este, primogenito di Ercole duca di Ferrara, il quale dovette, pur riluttante, accettarla in sposa.Alla corte estense Lucrezia fece dimenticare la sua origine di figlia illegittima del papa, i suoi due falliti matrimoni e tutto il suo passato burrascoso; infatti, grazie alla sua bellezza e alla sua intelligenza, si fece ben volere sia dalla nuova famiglia sia dalla popolazione ferrarese.
A Ferrara Lucrezia visse 17 anni, amata dal marito e dalla famiglia, benvoluta dai sudditi. La sua condotta fu molto più tranquilla rispetto agli anni romani: ebbe infatti altri sei figli, tra il 1505 e il 1519 (di cui solo quattro sopravvissero all’infanzia), si dedicò a pratiche religiose, ritiri spirituali, esercizi di penitenza.
Ebbe un amore, forse platonico, con il poeta Pietro Bembo, uno dei tanti artisti e letterati di cui si circondò e che la celebrarono nelle loro opere.
Nel 1503 Papa Borgia ed il figlio Cesare vennero avvelenati contemporaneamente: il Papa morì, Cesare sopravvisse per altri quattro anni. Alla morte del suocero Ercole d’Este, il 25/1/1505, Lucrezia divenne duchessa di Ferrara ed il marito le affidò la reggenza della città in caso di sua assenza.



Fu davvero così bella Lucrezia Borgia, come asseriva Pietro Bembo tanto da conservare un suo ricciolo d'oro tra le proprie carte? 




Perfetta castellana rinascimentale, acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica, tanto che il marito arrivò ad affidarle la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche un'attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti come Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino ed Ercole Strozzi.

Dal 1512, per le sventure che colpirono lei e la casa ferrarese, Lucrezia iniziò a indossare il cilicio, s'iscrisse al Terz'ordine francescano, si legò ai seguaci di San Bernardino da Siena e di Santa Caterina e fondò il Monte di Pietà di Ferrara per soccorrere i poveri. Morì nel 1519, a trentanove anni, per complicazioni dovute ad un parto.



La figura di Lucrezia ha assunto diverse sfumature nel corso dei periodi storici. Per una certa storiografia, soprattutto ottocentesca, i Borgia hanno finito per incarnare il simbolo della spietata politica machiavellica e la corruzione sessuale attribuita ai papi rinascimentali. La stessa reputazione di Lucrezia si offuscò in seguito all'accusa di incesto, rivolta da Giovanni Sforza alla famiglia della moglie, a cui si aggiunse in seguito la fama di avvelenatrice, dovuta in particolare alla tragedia omonima  di Hugo musicata in seguito da Donizetti: in questo modo la figura di Lucrezia venne associata a quella di femme fatale partecipe dei crimini commessi dalla propria famiglia.

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