lunedì 18 luglio 2016

Notti in bianco, baci a colazione

Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i "lecconi", i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell' "abitudine di restare" si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.






La recensione di Ibs:

Un libro ironico e struggente sulla magia di essere padre.

Immagina di diventare padre. Le domande difficili e scomode. La pizza ogni giorno, a ogni ora, come se fosse l’unico cibo esistente sulla Terra. Le canzoni dei cartoni animati in sottofondo, a far da colonna sonora alla tua nuova vita. Immagina di stringere un pianto al tuo petto, per poi sentirlo trasformarsi in un respiro dolce e rilassato. Immagina il tuo cuore fermarsi momento, perdere un battito, ogni volta che incontri il sorriso di tuo figlio, o di tua figlia.
Matteo Bussola non deve immaginare niente di tutto questo. Lo vive e basta. Tutti i giorni. Matteo è padre di Virginia, Ginevra e Melania, tre bambine che, non appena sono arrivate, hanno cambiato tutto. Perché una volta diventato padre, esiste un “dopo” dal quale non puoi più tornare indietro. Un “dopo” fatto di qualche chilo in più, principalmente: tre chili, poi tredici, poi trenta, poi sessanta. Un “dopo” fatto di scarpe da allacciare, di festine tra amichette, di brevi viaggi in macchina che si trasformano in infinite discussioni filosofiche.
In questo libro, Matteo ci racconta tutto questo. Con uno stile semplice e diretto, come se noi fossimo lì davanti a lui, ad ascoltarlo con attenzione, ci racconta la sua vita, la sua quotidianità. Ci racconta del suo vecchio lavoro come architetto. Della sua scelta di mollare tutto e diventare disegnatore di fumetti. Della sua passione per la scrittura. E del suo nuovo lavoro: essere padre. Leggendolo, ci imbatteremo in tante piccole scene di vita familiare, tanti aneddoti che cattureranno la nostra attenzione, ci commuoveranno e ci emozioneranno e sapranno darci infiniti spunti per metterci in discussione.
È iniziato tutto in un modo molto semplice: con un iPad, una connessione (alla rete di casa, il tablet di Matteo non ha una connessione alla rete cellulare), un accesso a Facebook e tanti istanti da immortalare e raccontare. Fino a quando tutti quegli spaccati di vita familiare, letti da migliaia di persone, hanno trovato un nuovo posto in cui continuare a esistere, sotto forma di inchiostro sulla carta stampata. Ora sono raccolti qui, in un libro sulla magia di essere padre, ma in cui tutti troveranno qualcosa – una frase, un dialogo, una parola – che catturerà la loro attenzione, che li porterà a riflettere su una questione che prima era sfuggita o su cui non ci si era soffermati abbastanza. Perché anche chi non è padre è stato marito, figlio, bambino, amico (o tutte le declinazioni al femminile). 




Io non conoscevo questo artista, non so nulla di fumetti e non avevo mai visto il suo blog. Ho comprato il libro perchè su l blog
   http://brugas.blogspot.it/, si dice che  Matteo Bussola può essere considerato l'erede di Brunella Gasperini.
Sono molti anni che non rileggo Siamo in famiglia o qualche altro libro di Brunella,  perchè la pila di quelli nuovi sul comodino è sempre alta  e il poco tempo che ho non mi basta per tutte le cose che vorrei fare e tra queste c'è anche  la rilettura. Però mi ricordo.....e mi pare che ci sia una bella differenza fra lei e questo ragazzo . Qui non ritrovo l'umorismo sottile, la lieve autoironia che permea i racconti della Gasperini. Questo racconto, scorrevole e piacevolissimo, mi pare più serioso e anche un po' stucchevole. A mio gusto è un po' troppo tutto corretto, tipo mulino bianco....mi pare che l'amore per la propria famiglia potrebbe comprendere anche qualche baruffa, qualche momento no, qualche accidentaccio; che il rapporto col mondo esterno possa comprendere anche qualche vaffa..qualche scatto di nervi....Insomma a me pare che anche se si insegna ai propri figli che non si scrive sui pavimenti o sui muri, l'amore che abbiamo per loro non ne resti intaccato e quindi mi pare che un racconto di vicende famigliari debba essere più a tutto tondo. Non ci credo all'idillio permanente.
Con questo , il libro è ben scritto, è piacevole e divertente. Ma Brunella, ragazzi, lasciamola stare!


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